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venerdì 20 settembre 2013

Le periferie esistenziali della Chiesa

“Un ateo che obbedisce alla sua coscienza avrà il perdono di Dio”, afferma Bergoglio nella lettera a Scalfari. Molto bene. Ma sorge spontanea la domanda: “E un cattolico che obbedisce alla sua coscienza avrà il perdono del papa?”. Sicuramente la lettera indirizzata al fondatore di Repubblica inaugura, in perfetto stile Bergoglio, una nuova modalità di comunicazione con i cosiddetti “lontani”, una modalità più diretta e personale, priva di formalismi di “cortile”. Ma anche all’interno della nostra Chiesa cattolica ci sono i “lontani”, o per meglio dire, gli “allontanati”. Sono in tanti - singoli e comunità, chierici e laici - che per i motivi più diversi sono guardati con diffidenza dalla Chiesa istituzionale. Soprattutto mi viene da pensare a quelle esperienze di CdB che per tutti questi anni hanno consapevolmente accettato di assumere una posizione di confine, di margine, pur di mantenersi fedeli a una coscienza educata ai valori del Concilio, scegliendo di vivere da pellegrini e forestieri non solo in questo mondo ma anche in questa Chiesa. La stretta di mano con Gutierrez, in forma peraltro molto riservata, sembrerebbe suggerire una risposta affermativa alla domanda iniziale: nella Chiesa cattolica la fedeltà alla propria coscienza, magari dopo qualche decennio, viene apprezzata e perdonata. Tuttavia, a mio parere, non bisogna enfatizzare eccessivamente il senso di questo incontro: dalle condanne degli anni ’80 a oggi ne è passata di acqua sotto i ponti e molte tensioni si sono buona parte stemperate col mutare stesso delle situazioni politiche, sociali e culturali. Insomma, una riconciliazione molto significativa ma comunque a babbo morto. Ben altra cosa sarebbe invece l’accettazione da parte delle gerarchie vaticane di un confronto aperto e a tutto campo con quelle realtà ecclesiali che tutt’oggi sono impegnate in prima fila a tenere desta l’attenzione su temi rispetto ai quali “la Chiesa ha parlato e ha detto no”. Sarebbe davvero bello se dal Vaticano venisse un segnale di distensione verso queste realtà che sono invece totalmente ignorate dalla Chiesa istituzionale, delle vere e proprie periferie esistenziali all’interno del corpo ecclesiale; pure questi poveri cristi sono carne di Cristo. Suggerirei a Bergoglio di cominciare senza allontanarsi da Roma, con una bella gita fuori porta in Renault 4, dalle parti della Basilica di San Paolo. C’è un quarantesimo da festeggiare.

Pietro Urciuoli
ecclesiaspiritualis.blogspot.it
20.9.2013