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martedì 26 febbraio 2013

Catodica e romana

Catodica e romana, così si presenta la nostra Chiesa. Tutti in piazza S. Pietro a osannare il pontefice, per un evento ripreso dalle telecamere di tutto il mondo. Papolatria e televisione: un abbraccio mortale forse addirittura peggiore di quello tra Stato e Chiesa.
In occasione dell’ultimo Angelus di Benedetto XVI il 24 febbraio 2013 i Christi(tele)fideles hanno acclamato il papa dimissionario così come anni fa avevano acclamato il papa che non volle “scendere dalla croce”. Eppure si è trattato di comportamenti diametralmente opposti cui avrebbero dovuto logicamente corrispondere reazioni altrettanto opposte: se il primo ha dimostrato una grande umiltà nell’ammettere la propria inadeguatezza allora il secondo fu un irresponsabile nel lasciare per anni la Chiesa priva di una guida sicura; viceversa, se al secondo si riconosce il coraggio di aver portato stoicamente a termine il suo ministero nonostante la grave malattia allora il primo è stato un traditore che si è defilato elegantemente abbandonando la barca di Pietro in un mare di guai.
Invece no. Piazza gremita per Karol, piazza gremita per Joseph. E come fu per Karol con quel “Santo subito” anche per Joseph ci sarà qualche immagine-simbolo che resterà nella storia. A me è piaciuto uno striscione che su un fondo bianco e giallo recava la scritta: “Benedetto XVI di nuovo papa”. Se questo è il “popolo di Dio” non resta da sperare che da qualche parte ci sia un “resto di Israele”.


Pietro Urciuoli

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